Intervistata da "Io, donna", l'attrice ha raccontato il suo vissuto: gli anni di "Non è la Rai", il problema della bulimia, il rapporto con Francesco Renga e ciò che la lega al personaggio di Bea Benassi, nel film "Ti ricordi di me?".
Ambra Angiolini:
Dal 3 aprile, la vedremo nelle sale italiane con il film “Ti ricordi di me?”. Ambra Angiolini vestirà i panni di una donna narcolettica e con problemi di memoria, che si innamora di uno scrittore di favole cleptomane. In un’intervista rilasciata a “Io, Donna”, l’attrice ha fatto un paragone con il suo personaggio, ammettendo di fare fatica a gestire le proprie emozioni:
“Ho un problema con le emozioni: non so gestirle perché sento tanto. Ogni cosa, anche negativa, mi rimane dentro, si ferma e resta lì. Avverto un conflitto tra quello che sembro e quello che sono. So che le persone pensano di conoscermi da ciò che leggono nelle interviste, ma non sempre passa la cosa giusta.”
Ambra Angiolini è tornata a parlare anche della sua esperienza a “Non è la Rai”, spaziando da ciò che ha appreso grazie a Gianni Boncompagni, al brutto periodo vissuto negli anni successivi al programma.
“Gianni Boncompagni mi ha preso dalla periferia romana che non sapevo far proprio niente e mi ha passato milioni d’informazioni, ma soprattutto mi ha insegnato l’ironia e a non puntare sulla popolarità. Staccarmene è stato difficilissimo: dovevo mantenere alto il genio che non avevo. Dopo c’è stato un buco nero: per anni ho fatto solo cavolate. Ero buia, c’era poco sole. Quando sei adolescente, non sei più quella che eri, non sai cosa sarai.”
Ha raccontato, dunque, ciò che provava durante gli anni in cui ha sofferto di bulimia:
“Non è ricerca della perfezione fisica, è fame di amore, è un vuoto che non si riempie mai. Esco dal buco nero quando Francesco mi chiede un figlio. Lui aveva capito tutto, eravamo simili nelle fragilità. In una storia, capita che tutti da fuori vogliano capirci qualcosa, invece, ci sono persone che insieme funzionano. Ozpetek? Ero dentro una rinascita, ma non ne ero consapevole.”
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