Droni USA in Libia dalla base di Sigonella. Renzi: “Autorizzazioni caso per caso”
Il governo valuterà caso per caso se dare l'autorizzazione al decollo dei droni armati statunitensi che effettueranno raid in Libia.
L'Italia parteciperà a una nuova guerra in Libia? Si tratta praticamente di una certezza, anche se restano da stabilire ruoli e modalità dell'impegno delle nostre forze armate. Quello che appare ormai chiaro è che il nostro paese rappresenterà sicuramente una base logistica di primaria importanza e che, come di consueto, non verranno posti veti al decollo di droni – anche armati – statunitensi. L'ha dichiarato ieri in una lunga intervista a Rtl 102.5 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Le autorizzazioni sono caso per caso. È evidente che se si tratta di fare delle iniziative contro dei terroristi, dei potenziali attentatori dell’ISIS, c’è uno stretto rapporto tra noi e, soprattutto gli Americani, gli altri alleati, di conseguenza siamo in piena sintonia con i nostri partner internazionali. Il punto vero è che si vedono dei piccoli segnali di speranza in Siria, queste sono ore decisive per il governo in Libia, dunque è del tutto fisiologico e naturale che priorità, sempre e comunque è quella di una risposta diplomatica. Poi naturalmente se abbiamo delle prove, delle evidenze che ci sono degli attentatori, dei kamikaze che si stanno preparando, dei potenziali attentatori, è evidente che l’Italia fa la sua parte insieme a tutti gli altri".
A cinque anni dalla guerra in Libia che causò la caduta del regime di Gheddafi, ma aprì la strada a una guerra civile sanguinaria, l'ipotesi di un nuovo intervento della Nato sembra ormai solo questione di tempo. Il Wall Street Journal ha infatti reso noto ieri che il nostro governo a gennaio ha acconsentito a far decollare, dalle basi italiane, i droni statunitensi armati e impegnati nei raid contro le postazioni dello Stato Islamico in Libia. L'accordo prevederebbe l'utilizzo degli aerei senza pilota solo per effettuare missioni difensive, e non offensive: per questo l'Italia deciderà caso per caso se dare il via libera alle partenze dalla base Nato di Sigonella, in Sicilia.
Dal Ministero della Difesa fanno sapere che ancora nessun drone statunitense è decollato, e che non ce ne sono neanche di armati in procinto di effettuare raid a breve. Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha inoltre spiegato che la possibilità che le basi vengano utilizzate per operazioni antiterrorismo "non è preludio a un intervento militare", e che comunque le eventuali autorizzazioni non dovranno passare per il vaglio del Parlamento.
FonteIl governo valuterà caso per caso se dare l'autorizzazione al decollo dei droni armati statunitensi che effettueranno raid in Libia.
L'Italia parteciperà a una nuova guerra in Libia? Si tratta praticamente di una certezza, anche se restano da stabilire ruoli e modalità dell'impegno delle nostre forze armate. Quello che appare ormai chiaro è che il nostro paese rappresenterà sicuramente una base logistica di primaria importanza e che, come di consueto, non verranno posti veti al decollo di droni – anche armati – statunitensi. L'ha dichiarato ieri in una lunga intervista a Rtl 102.5 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Le autorizzazioni sono caso per caso. È evidente che se si tratta di fare delle iniziative contro dei terroristi, dei potenziali attentatori dell’ISIS, c’è uno stretto rapporto tra noi e, soprattutto gli Americani, gli altri alleati, di conseguenza siamo in piena sintonia con i nostri partner internazionali. Il punto vero è che si vedono dei piccoli segnali di speranza in Siria, queste sono ore decisive per il governo in Libia, dunque è del tutto fisiologico e naturale che priorità, sempre e comunque è quella di una risposta diplomatica. Poi naturalmente se abbiamo delle prove, delle evidenze che ci sono degli attentatori, dei kamikaze che si stanno preparando, dei potenziali attentatori, è evidente che l’Italia fa la sua parte insieme a tutti gli altri".
A cinque anni dalla guerra in Libia che causò la caduta del regime di Gheddafi, ma aprì la strada a una guerra civile sanguinaria, l'ipotesi di un nuovo intervento della Nato sembra ormai solo questione di tempo. Il Wall Street Journal ha infatti reso noto ieri che il nostro governo a gennaio ha acconsentito a far decollare, dalle basi italiane, i droni statunitensi armati e impegnati nei raid contro le postazioni dello Stato Islamico in Libia. L'accordo prevederebbe l'utilizzo degli aerei senza pilota solo per effettuare missioni difensive, e non offensive: per questo l'Italia deciderà caso per caso se dare il via libera alle partenze dalla base Nato di Sigonella, in Sicilia.
Dal Ministero della Difesa fanno sapere che ancora nessun drone statunitense è decollato, e che non ce ne sono neanche di armati in procinto di effettuare raid a breve. Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha inoltre spiegato che la possibilità che le basi vengano utilizzate per operazioni antiterrorismo "non è preludio a un intervento militare", e che comunque le eventuali autorizzazioni non dovranno passare per il vaglio del Parlamento.
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